Tra poche ore (le 3 di notte italiane) si disputerà ad Indianapolis il 46esimo Super Bowl del football americano. La sfida tra i Giants di New York e i Patriots di Boston, sarà seguita in diretta tv da un pubblico di circa 150 milioni di spettatori americani e svariati altri milioni nel resto del mondo.
L'evento sportivo planetario, che quest'anno verrà trasmesso dalla NBC, da sempre movimenta un giro d'affari imponente ed è ormai il tradizionale banco di prova per la creatività dei pubblicitari americani e non. Negli ultimi 10 anni si è registrato un aumento del 50% dei costi dei break pubblicitari durante la finale Nfl. La NBC, all'asta di novembre, ha venduto ciascuno dei circa 70 spazi pubblicitari di 30" per la cifra record di 3,5 milioni $. Quest'anno poi la presenza diMadonna, un vero e proprio evento nell'evento, ha reso ancora più appetibile, nonostante la crisi, l'acquisto dei suddetti spazi.
Ma le aziende, al passo coi tempi, cercano di potenziare al massimo l'effetto pubblicitario oltre i classici 30 secondi televisivi, allargandosi all'universo digitale, grazie ad una forte integrazione con i media sociali. È dunque questa la novità vera e propria che caratterizza l'aspetto economico di questo importante evento mediatico: il massiccio utilizzo da parte delle più grosse corporations, americane e non, delle tecniche di social media marketing (l'inizio della fine delle tradizionali strategie pubblicitarie?).
Molti degli spot, creati in occasione dell'evento Super Bowl, sono stati pubblicati in anteprima sui siti che condividono video. Basta dire che su YouTube lo spot della Wolkswagen ha realizzato 11 milioni di visualizzazioni in soli 5 giorni. Ma anche quelli di Honda e Coca Cola hanno riscosso un notevole successo sul web.
Tutti gli eventi televisivi sono oramai caratterizzati da una partecipazione, da parte degli spettatori-consumatori, meno passiva di un tempo. Nel momento stesso in cui la trasmissione si sta svolgendo, Twitter, Facebook, etc etc danno la possibilità di commentare in tempo reale e interagire con autori, conduttori e ospiti delle varie trasmissioni, in un ottica non più verticale e unidirezionale, ma orizzontale e partecipativa. A questa logica non poteva sfuggire il Super Bowl. Le aziende sperano che oggetto di commenti, tweet, post etc etc siano non solo le imprese sportive delle due squadre in campo, ma la gara di creatività ingaggiata dalle varie agenzie pubblicitarie, con l'utilizzo frequente di autori di culto, in occasione degli spot prodotti ad hoc per l'evento. Insomma la viralità e vitalità della rete oramai rientra nelle strategie di marketing delle più grosse multinazionali mondiali e la partita di questa notte rappresenta forse l'ufficializzazione di quella nuova frontiera pubblicitaria denominata: social media marketing.
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